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La poesia diffusa

Un Ponte di storie ha compiuto cinque anni e ha festeggiato con un’edizione ricchissima di eventi e, soprattutto, piena di entusiasmo e calore

Quante emozioni ci ha regalato l’ultima edizione di Un Ponte di storie? Sono state tante, tantissime, e particolarmente intense, soprattutto per il calore che ci ha circondato durante quelle giornate e dopo. Questa V edizione, fatta di veri e propri Scorci di poesia (come recita il suo titolo e filo conduttore), è stata un bellissimo compleanno per noi e per i nostri ragazzi: in questi cinque anni li abbiamo visti crescere e appassionarsi, e noi siamo cresciuti e ci siamo appassionati con loro… Non potevamo desiderare di più!

Un compleanno fatto di 110 eventi, 35 ospiti, più di 50 titoli, 6 mostre, 2 spettacoli, 10 ore di formazione (con 934 partecipanti), 1 premio letterario (che ha raggiunto i 60 racconti), 5600 presenze totali, oltre 150 classi coinvolte (dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado), molti amici che ci hanno sostenuto permettendoci di realizzare un festival proprio come lo avevamo immaginato.

Un compleanno che ci ha confermato quanto nella costruzione e realizzazione di questo evento il rapporto umano ne costituisca le fondamenta e il cuore pulsante. Senza lo sguardo pieno di meraviglia dei bambini e dei ragazzi, le storie non potrebbero prendere vita. Senza la passione e la voglia di condividere emozioni che noi adulti sappiamo metterci, le parole e le immagini non potrebbero diventare energia, sogno, spinta a guardare oltre. E a crescere insieme.
Era proprio questo a cui pensavamo quando abbiamo cominciato a progettare Un Ponte di storie e crediamo fermamente che il senso del suo essere piccolo sia anche il suo punto di forza: il piccolo, come abbiamo detto tante volte, non si rifà a una questione di numeri e cifre in sé, ma a uno sguardo più intimo, attento ai dettagli e alle persone. Andiamo al cuore e da lì ripartiamo ogni volta per pensare all’edizione successiva, come stiamo già facendo.  C’è ancora molto da imparare, perfezionare e costruire: crescere, del resto, significa anche questo! E noi ce la mettiamo tutta.

In questi anni Un Ponte di storie ci ha insegnato a tenerci per mano, a condividere emozioni e sogni. Un Ponte di storie ci ha regalato la poesia delle storie, quella che sta dietro la musicalità delle parole e la voglia di raccontare e raccontarsi. Quella che vediamo negli scorci del nostro paese, non appena ci fermiamo e concediamo tempo alla meraviglia. Teniamola stretta, dunque, questa meraviglia, perché è solo con lo sguardo pieno di stupore che possiamo riconoscere la bellezza che abbiamo intorno e che spesso diamo per scontata. Le storie ci insegnano anche questo.
Ma soprattutto ce lo insegna il nostro paese, che nei giorni del festival mi è sembrato ancora più bello: quasi le sue mura spesse, i giardini nascosti, i portoni provati dal tempo, le finestre silenziose, i cortili aperti e gli spicchi di cielo tra i tetti avessero voce.
Mi è capitato spesso, in quelle giornate, di vedere ospiti e visitatori aggirarsi tra le vie, incuriositi e con occhi volti proprio a quelle fette di blu, che in qualche momento si sono fatte grigie di nubi, ma senza spaventarci. Sì, perché la poesia di questo paese, insieme a quella portata da autori e illustratori, è stata più forte di ogni altra cosa e oggi ci ricordiamo solo il sole e i colori, gli occhi pieni di luce dei bambini (ma anche dei grandi), le mani alzate, le voci che hanno animato i cortili, le corse per le vie e le risate (tantissime e in ogni angolo).

E questa edizione, che per noi è stata un’importante conferma e un momento di crescita fondamentale, è stata possibile grazie allo sguardo condiviso, all’entusiasmo e alla generosità delle tante persone coinvolte, che insieme alla nostra associazione hanno messo cuore e passione in un evento dedicato ai bambini e ai ragazzi. E che ringraziamo di cuore. Gli ospiti prima di tutto, che non solo hanno portato in paese le loro storie, mostrandocele in forme così diverse e sorprendenti: i libri certo, ma anche l’arte, il teatro, l’illustrazione, l’oralità, la musica. E poi, i tanti sostenitori (pubblici e privati) che hanno reso possibile la realizzazione del festival, i volontari che hanno messo a disposizione il loro tempo e la loro passione, il Comune di Ponte in Valtellina che ci ha creduto fino in fondo, e l’Istituto Comprensivo, che ha fatto in modo che i bambini potessero gioire di giornate piene di stimoli e suggestioni. E ancora, tutte le persone che a Ponte ci hanno aperto case, cortili, giardini e spazi privati e pieni di fascino, rendendo il festival una vera e propria festa per tutto il paese: Casa Cassan sede di Liberodiscrivere Edizioni e Roseto del Drago, l’Hotel Albrici, il Ristorante Cerere, il Teatro Vittoria.

Infine, i bambini e i ragazzi, anima del festival: a loro (e agli adulti che li hanno accompagnati e guidati) va il nostro ringraziamento più grande. Per aver riempito le giornate di Un Ponte di storie di risate, voci che si rincorrevano per le strade, sguardi sgranati e attentissimi, salti e corse, disegni e mani verso il cielo. Senza paura dei primi freddi, pronti a sorprendersi e a sorprenderci. C’è sempre molto da imparare dai bambini e il nostro festival è una grande occasione!

Concedetemi, in chiusura, una nota personale a cui tengo molto. Non smetterò mai di ripetere quanto il calore e la generosità che sento intorno a questo progetto mi rendano orgogliosa e felice di far parte di questa comunità: un festival diffuso tra le vie e i cortili di Ponte era esattamente il disegno che avevo in testa quando ho cominciato a pensare a Un Ponte di storie, cinque anni fa. Sembra passato moltissimo tempo, ma io mi sento ancora emozionata come la prima volta che ho immaginato tutto questo. Solo che ora, insieme all’emozione, c’è anche la gratitudine. Il che rende lo sguardo condiviso verso il futuro ancora più ricco e pieno di entusiasmo. Ancora più forte nel farsi largo tra le difficoltà (e non sono poche) che spesso incontriamo nell’organizzare una manifestazione di questa portata.

I sogni nascono piccoli e diventano grandi grazie alla condivisione, lo dico spesso. E questa è stata un’edizione particolare, dove ancora di più la condivisione (di spazi, idee, tempo) è stata fondamentale per la sua realizzazione: il poco e il piccolo (espressione che mi è molto cara e che devo a mio zio Piergiorgio Picceni) non sono più solo il sentire del microcosmo del paese, ma sono l’idea attorno alla quale insieme abbiamo costruito qualcosa di bello e di magico. Il piccolo diventa grande grazie alle persone e al loro cuore. E per noi Un Ponte di storie è proprio questo, un festival fatto di cuore, un tempo prezioso di arricchimento e di apertura, di scoperta e di stupore.

Grazie, quindi, per il cuore e l’entusiasmo che tutti voi ci avete messo. Grazie per esserci stati e avere contribuito a costruire la poesia che ha animato Ponte per cinque bellissimi giorni!

Oriana Picceni

Articolo tratto dal numero di dicembre 2022 di PonteInforma

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